Salta al contenuto principale

4 Novembre Giornata delle Forze Armate. Il sindaco Mancini alle famiglie e alla scuola: educate i giovani alla pace

L'inno di Mameli e il Silenzio hanno scandito la solennità del rito culminato nella deposizione di una corona d'alloro al monumento ai Caduti. Presenti gli amministratori, le autorità militari e civili, scolaresche, alpini e i cittadini

Data :

4 novembre 2025

4 Novembre Giornata delle Forze Armate. Il sindaco Mancini alle famiglie e alla scuola: educate i giovani alla pace
Municipium

Descrizione

 
4 Novembre Giornata delle Forze Armate. Il sindaco Mancini alle famiglie e alla scuola: educate i giovani alla pace
 
 
<Le commemorazioni del 4 Novembre servono a tenere viva la memoria collettiva, ad essere vicini alle famiglie che hanno sofferto e continuano a soffrire a causa delle guerre, che sono sempre ingiuste, dolorose, disumane. Invito i giovani a imparare ad amare il prossimo, a guardare gli altri con occhi solidali, a desiderare un mondo di pace e di serenità, valori che sono senza tempo ma troppo spesso dimenticati. Invito le famiglie e la scuola ad educare alla pace le giovani generazioni e a ripudiare la violenza, i soprusi, le sopraffazioni, per costruire quel futuro di pace che tutti meritiamo>. Così il sindaco Giovanni Mancini (sotto, il discorso integrale) durante le celebrazioni del 4 Novembre, svoltesi stamani in piazza 6 Aprile 2009, affiancato dal vice Piero Di Giulio, dagli assessori Valeria Argentieri (che ha coordinato la cerimonia), Antonio Caldarelli e Alessandra Bortoletti; dal presidente del Consiglio comunale, Marco Di Nicolantonio e il consigliere Silvio De Dominicis. Presenti il comandante della locale stazione dei carabinieri, maresciallo maggiore Alessio D'Alfonso; il coordinatore del gruppo alpini Mario Di Bartolomeo; il parroco don Matteo Mosca; i volontari della Croce Rossa e le scolaresche ( terza A e B) del comprensivo Manzi accompagnate dagli insegnanti Massimiliano D'Aprile e Tiziana Tocco. Tra gli alpini presenti, l'ultranovantenne Mario Di Lorenzo.
 
L'inno di Mameli e il Silenzio hanno scandito la solennità del rito, culminato nella deposizione di una corona d'alloro davanti al monumento ai Caduti, sorretta dagli alpini Antonio e Camillo.
 
Mario Di Bartolomeo ha raccontato la bellezza di essere alpini: <E' una ricorrenza che ci invita a fermarci, riflettere e ricordare. Non è solo una data sul calendario: è un momento di memoria, di gratitudine, di impegno. Essere alpino non è solo una questione di uniforme. E' uno stile di vita, significa servire senza chiedere nulla in cambio, rispettare gli altri, onorare la memoria, costruire comunità. Viviamo in una società dove spesso il rispetto viene messo da parte, dove il senso del dovere è confuso con il sacrificio inutile. Per questo abbiamo di voi, che vi sentiate parte di qualcosa più grande, che capiate che la libertà, la pace, la sicurezza non sono scontate, ma sono il frutto del sacrificio di tanti. In questo giorno il pensiero va alle Forze Armate che garantiscono sicurezza e libertà di tutti noi>.
 
Il maresciallo D'Alfonso ha esortato i ragazzi a <fermarsi a leggere i nomi sul monumento perché sono persone, nostri compaesani, che sono partiti con la valigia di cartone e sono andati a morire in trincea> e ha rotto gli schemi del cerimoniale raccontando alle future generazioni il significato di alcuni modi di dire correnti "scemo di guerra", "rompere le scatole", "rompere le b..", "crucchi" e "cecchini" che risalgono ai periodi bellici e che hanno catturato l'attenzione degli studenti, ma anche degli adulti.
 
L'assessore Argentieri ha ricordato ai presenti che <la pace non è mai scontata, voi dovete assumervi la responsabilità di garantirla, la pace è una conquista quotidiana>.
 
Il parroco, don Matteo Mosca ha pregato per i popoli: <Che i cittadini, i governanti e le Forze Armate mantengano saldi i fondamenti della civiltà umana>.
 
 
Di seguito il discorso integrale del sindaco Mancini nell'ambito della ricorrenza:
Onorevoli autorità, rappresentanti dell’associazionismo, scolaresche e docenti, gentili ospiti
Oggi, 4 Novembre, ci riuniamo in questa piazza istituzionale di Torre de’ Passeri per celebrare la Giornata delle Forze Armate e festeggiare l'Unità Nazionale. Questo giorno, che fu dichiarato festa nazionale con Regio Decreto nel 1922, celebra la fine della prima guerra mondiale, nel 1918. Quel conflitto causò 15 milioni di morti tra militari e civili.
Centosette anni dopo, nel 2025, siamo ancora, purtroppo, a rincorrere la pace nelle tante zone del mondo, almeno 56 focolai di guerra secondo il Global Peace Index, dove le armi fanno fatica a tacere. Tra tutti, due le crisi geopolitiche che tengono il mondo col fiato sospeso. Il conflitto armato che appare infinito tra Russia e Ucraina e la guerra scoppiata il 7 ottobre tra Israele e Hamas con gli orrori di Gaza "fermati" per poco da una fragile tregua, i bambini, le donne, gli uomini coraggiosi che non hanno più una casa e una vita e i militari che non torneranno più a casa perché hanno consegnato la loro vita alla storia, per salvare quella degli altri durante le missioni in Paesi ostili e lontani dai propri affetti.
Noi siamo spettatori spesso impotenti di vicende che si consumano al di là del mondo ma così tanto vicine grazie alle immagini che ci arrivano in tv o attraverso i social. Subiamo il travaglio, segno dei tempi, di guardare la guerra in tv, di viverla in tempo reale, magari durante un distensivo pranzo in famiglia. Quelle immagini crude che scorrono in tv, quelle atrocità commesse a danno dei più deboli, a danno di chi non può difendersi dal male, sono di una crudeltà senza fine, un pugno nello stomaco, un getto violento sulle coscienze, le nostre coscienze. Ci Piace fare nostre le parole di Papa Leone al meeting di Sant’Egidio:<Basta guerre. Il mondo ha sete di pace: Basta guerre, con i loro dolorosi cumuli di morti, distruzioni, esuli . La guerra non è mai santa, solo la pace lo è>.
In questo giorno, ricordiamo non solo i caduti delle guerre passate, ma anche i valorosi membri delle nostre Forze Armate quotidianamente impegnati a garantire pace, sicurezza e una sana convivenza civile, in un mondo che non trova pace. Ogni giorno, in Patria e all'estero, portano avanti missioni che richiedono coraggio e determinazione. Oggi, come ieri, è importante evidenziare il valore del sacrificio di chi ha dato la vita per l'indipendenza dell'Italia ed è importante dire "grazie" a chi lavora con dedizione per la collettività.
Le commemorazioni del 4 Novembre servono a tenere viva la memoria collettiva, ad essere vicini alle famiglie che hanno sofferto e continuano a soffrire a causa delle guerre, che sono sempre ingiuste, dolorose, disumane.
Invito i giovani a imparare ad amare il prossimo, a guardare gli altri con occhi solidali, a desiderare un mondo di pace e di serenità, valori che sono senza tempo ma troppo spesso dimenticati. Invito le famiglie e la scuola ad educare alla pace le giovani generazioni e a ripudiare la violenza, i soprusi, le sopraffazioni, per costruire quel futuro di pace che tutti meritiamo.
Viva le nostre Forze Armate
Viva l'Unità nazionale
Viva l'Italia e la libertà

Ultimo aggiornamento: 4 novembre 2025, 18:05

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Valuta il Servizio

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito?

1/2

Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?

1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli?

2/2

Inserire massimo 200 caratteri
È necessario verificare che tu non sia un robot