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Descrizione
Da oggi a Torre de' Passeri c'è Largo Sciopero alla Rovescia!
Inaugurato a Torre de' Passeri Largo Sciopero alla Rovescia. La piazzetta, tra corso Mazzini e viale della Repubblica (intersezione via Orientale) che un tempo, il 15 marzo 1950, ovvero 75 anni fa, fu teatro di scontri tra la classe operaia e i celerini (finiti a botte, condanne e carcere) , stamani era affollato di studenti (terza A e B; prima A e B; seconda A) del comprensivo "Alberto Manzi"; alcuni familiari dei 24 condannati; i testimoni diretti del tumulto, tra cui Mario Di Lorenzo, 93 anni, all'epoca 18enne; i ricercatori che hanno rintracciato pezzi di storia e li hanno fermati.
Il sindaco Giovanni Mancini, molto emozionato, prima del rito della scopertura dell'insegna con su scritto: Largo Sciopero alla Rovescia 15 marzo 1950, ha ricordato come si è arrivati a oggi: <E' con grande emozione che oggi inauguriamo "Largo Sciopero alla Rovescia" a Torre de' Passeri, il paese che dimostra con i fatti di coltivare sempre la memoria e il ricordo (dalla corsa della memoria in omaggio alle vittime del terremoto 2009 che organizziamo ogni anno con l'Avus, al monumento dedicato alle vittime di Nassiriya inaugurato nel settembre scorso, alle manifestazioni del 2 giugno e 25 aprile) e di non dimenticare.
E se oggi siamo qui, a fare esercizio di memoria, lo dobbiamo ad un grande torrese, Tonino Renzella, la nostra memoria storica, scomparso il 4 maggio 2024. Sarebbe stato felice e orgoglioso di essere qui, di vedere trasformato in realtà il suo sogno. Tonino parlava sempre, a chiunque avesse voglia di ascoltarlo, di questo spaccato di cronaca torrese, che poi assunse dimensioni di portata nazionale. Perciò aveva intrapreso una serie di ricerche sullo Sciopero alla Rovescia e ricostruito la vicenda attraverso interviste rilasciate da tre persone che quel giorno c'erano, Luigi Ferrara, storico bidello delle scuole elementari; Carmine Trifone, detto Minuccio il barbiere, e Carlo Sartorelli, sindaco di Torre negli anni '50, successivamente allo Sciopero alla Rovescia. Tonino purtroppo ci ha lasciati, ma la sua eredità è stata raccolta dal figlio Guido che salutiamo con affetto. Guido ha ripreso in mano il materiale documentale del padre, ha sbobinato e montato le interviste (noi, per ragioni di tempo, oggi pomeriggio in sala consiliare vedremo alcuni stralci di quelle testimonianze esclusive e importantissime). L'amicizia tra Guido Renzella; il giornalista e direttore dell'Ansa Abruzzo,Luca Prosperi e Walter Rapattoni, presidente dell'Anpi Val Pescara, ha fatto il resto. Con la loro abnegazione e passione e con la collaborazione del Tribunale di Chieti, Guido Campli, che ringraziamo sentitamente e che ci ha sostenuto in questa meravigliosa opera di indagine, siamo, inoltre, riusciti a rintracciare documenti unici, esclusivi, originali, pagine di giornali dell'epoca, personaggi che hanno assistito o che hanno tramandato la memoria dei fatti che oggi pomeriggio andiamo a raccontare ai torresi, a quelli che non sanno e a quelli che vogliono conoscere. E oggi siamo qui per rimembrare ciò che accadde quel giorno di 75 anni fa a Torre. Era il 15 marzo 1950, un mercoledì>.
Il sindaco era affiancato da Nicola Trifuoggi, ex capo della Procura della repubblica di Pescara; dal maresciallo maggiore Alessio D'Alfonso, comandante della stazione dei carabinieri di Torre de' Passeri; dal vice sindaco Piero Di Giulio, dal presidente del Consiglio, Marco Di Nicolantonio; dall'assessore Valeria Argentieri che ha coordinato i lavori e ha tenuto una lezione di storia in strada, dall'assessore Alessandra Bortoletti e i consiglieri Lia Dell'Oso, Manuela Cordesco e Silvio De Dominicis.
Mario Di Lorenzo, oggi 93enne, aveva 18 anni quel 15 marzo. Era mescolato tra la folla, uomini, donne e bambini che scendevano a valle, dal borgo storico verso la stazione <in fila per tre, eravamo almeno 200 persone>. Le forze dell'ordine li intercettarono, vennero inseguiti e picchiati: <Ci hanno menato a tutti, pure ai bambini. Volevano disperderci, volevano che andassimo a casa, ma noi avevamo fame e per questo protestavamo. Io lavoravo per il Piano Fanfani, trasportavo la terra per ricoprire una fontana. Guadagnano 200 lire al mese. C'era la fame nera. Durò in tutto cinque minuti, sparavano pure i gas lacrimogeni, fu una rivolta terribile> racconta con le lacrime agli occhi.
Gli studenti erano accompagnati dai docenti Rossana Olgiati, Vittoria Caporale, Massimiliano D'Aprile, Assunta Ciaschetti ed Emanuela Boffi.
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Ultimo aggiornamento: 15 marzo 2025, 21:18